È operativo il protocollo siglato in Campania tra Regione e farmacie per campagna di screening per l’epatite C con test rapidi per la rilevazione dell’anticorpo anti-Hcv con prelievo di sangue capillare
Sono in corso le adesioni delle farmacie alla campagna di screening per l’epatite C a seguito del Protocollo siglato in Campania tra Regione e rappresentanze delle farmacie che rientra nella sperimentazione nazionale avviata per il biennio 2020-2021 e prorogata, a causa delle difficoltà dovute alla pandemia, fino a fine anno. Tra requisiti e operatività, ecco cosa si prevede per i farmacisti e come si gestisce l’effettuazione del test rapido per la rilevazione dell’anticorpo anti-Hcv con prelievo di sangue capillare.
Prorogata la sperimentazione per lo screening dell’HCV
Come si ricorderà, è stato posticipato alla fine di quest’anno, con Decreto ministeriale pubblicato in Gazzetta a febbraio, il termine della campagna nazionale di screening gratuito per l’eliminazione del virus dell’HCV. La campagna, prevista in realtà nel biennio 2020-2021, è stata finanziata con uno stanziamento di 71,5 milioni di euro, a valere sugli obiettivi di Piano sanitario nazionale, con risorse – pari 30 milioni di euro per il 2020 e 41,5 milioni per il 2021 – che sono già state erogate alle Amministrazioni. A causa del Covid-19, tuttavia, le attività avevano subito rallentamenti, con poche Regioni riuscite a partire, tanto che nella rendicontazione al 31 dicembre 2021 solo 4 regioni risultavano aver avviato l’iniziativa sulla popolazione generale.
Lo screening, a ogni modo, si rivolge a tutta la popolazione con anno di nascita dal 1969 al 1989, oltre che ai soggetti seguiti dai Serd e ai detenuti in carcere. Si tratta di una iniziativa fondamentale per rilevare le infezioni da virus dell’epatite C non ancora diagnosticate, migliorare l’accesso alla diagnosi precoce e avviare i pazienti a trattamento – onde evitare l’insorgenza di complicanze -, nonché interrompere la circolazione del virus, impedendo nuove infezioni. Nel complesso, si stima che le operazioni di screening possano coinvolgere in Italia 17.000.000 persone. Gli interventi rientrano negli obiettivi fissati dall’Oms, che prevedono l’eliminazione della Epatite virale come minaccia per la salute pubblica entro il 2030.
Il modello Campania punta sul coinvolgimento delle farmacie
Ulteriore passo avanti è stato compiuto dalla Campania che, nel percorso di attuazione dello screening, ha previsto il coinvolgimento delle farmacie,
relativamente alle attività di primo livello. A fine aprile, infatti, è stato firmato da Federfarma e Assofarm regionali, e dalla Regione il Protocollo di intesa, che fissa l’operatività. Ma che cosa si prevede? «Lo screening in farmacia» spiega a Farmacista33 il presidente di Federfarma Campania, Mario Flovilla, «si basa sull’effettuazione di test rapidi per la rilevazione dell’anticorpo anti-Hcv con prelievo di sangue capillare. Qualora il risultato del test di screening risulti positivo, al paziente verrà consigliato il percorso più appropriato verso i centri specialistici per la presa in carico. Le farmacie che intendono aderire – su base volontaria – devono inoltrare la comunicazione alla Asl, che provvederà alla sua abilitazione sulla piattaforma regionale, e alla rappresentanza provinciale».
I passaggi per il farmacista e gli standard di sicurezza
L’effettuazione dei test rapidi, si legge nel Protocollo, può essere eseguita dal farmacista previa verifica della identità e acquisizione del consenso informato al trattamento sanitario, nonché dopo una valutazione della idoneità del richiedente. La platea, come detto, comprende i residenti o assistiti in Campania, nati tra il ’69 e l’89. Soggetti non eleggibili sono quelli con storia già nota di infezione/guarigione da Hcv e pazienti che abbiano già effettuato il test RNA con esito negativo nell’arco dei 12 mesi. «I kit vengono forniti dalla Asl attraverso le consuete modalità della Dpc. Il farmacista dovrà registrare in piattaforma i test effettuati. La Regione riconosce comunque alle farmacie 4 euro per le urbane e 4.10 per le rurali per ciascun test effettuato e ulteriori 2 euro per l’identificazione e stratificazione degli assistiti eleggibili». Da un paio di settimane «è possibile dare la propria adesione: non abbiamo ancora il quadro nelle varie Asl, ma l’impressione, dai dati che abbiamo, è che le adesioni supereranno il 50%. Quando il quadro sarà più completo, dalla Regione partirà la campagna informativa con la distribuzione di brochure e locandine, per sensibilizzare i cittadini e iniziare ad avviare il reclutamento dei pazienti».
Per quanto riguarda i requisiti strutturali e di sicurezza, «in un certo senso la strada è stata segnata dal Protocollo nazionale per i vaccini contro il Covid-19 e l’influenza e i test per il prelevamento di campione biologico, che ha indicato prassi di sicurezza e tutela di farmacista e paziente».
Va detto che «si tratta di una importante iniziativa che valorizza il ruolo della farmacia sul fronte della prevenzione di patologie con forte impatto sociale e sanitario. Dal momento che il tutto parte da una iniziativa di carattere nazionale con fondi già a disposizione delle regioni, ritengo importante che anche nelle altre realtà ci si muova per coinvolgere le farmacie che sono il più accessibile punto sul territorio, raggiungibile da tutte le fasce di popolazione».
Fonte: farmacista33.it