Ricercatori principali:
Dott. Andrea Giacomelli – Dott. Gabriele Pagani – Dott. Federico Conti – Dott.ssa Cinzia Bassoli – Prof. Massimo Galli
Progetto realizzato con fondi privati
Tra agosto e novembre 2020
Dopo un primo tentativo riuscito di utilizzare test immunocromatografici rapidi (RICT) per lo screening degli anticorpi SARS-CoV-2 a Castiglione d’Adda, un’area di circolazione virale precoce nel Nord Italia, è stato realizzato un progetto per estendere il programma ad altre 5 città in Lombardia, includendo in 3 di queste anche lo screening rapido per l’HCV: San Pellegrino Terme (4.840 abitanti) e Suisio (3.828 abitanti) in provincia di Bergamo a nord-est di Milano, e Sordio (3.429 abitanti) in provincia di Lodi a sud-est di Milano. Con il pieno sostegno e collaborazione delle autorità locali, tutti gli abitanti di questi 3 comuni sono stati invitati a sottoporsi ad uno screening volontario in edifici pubblici (scuole e centri sportivi) opportunamente adattati all’inizio tra agosto e novembre 2020.
I cittadini sono stati sottoposti a test rapido per gli anticorpi SARS-CoV-2 e quelli di età >50 anni (o più giovani se lo hanno esplicitamente richiesto) sono stati sottoposti a test rapido per gli anticorpi HCV. Hanno inoltre completato un questionario per accertare se fossero a conoscenza di una precedente infezione da HCV.
Un totale di 5.152 individui (42,6% degli abitanti delle 3 città insieme) sono stati sottoposti a screening per SARS-CoV-2 e quasi la metà di questi (n = 2.505, 48,6%) è stata sottoposta anche a screening per HCV, compreso il 79,3% di quelli di età > 50 anni; 72 individui erano positivi per gli anticorpi HCV, meno della metà (46,1%) di questi era a conoscenza del proprio sierostato.
Il fatto che il 53,9% degli individui positivi all’HCV non fosse a conoscenza del proprio sierostato può sembrare elevato ma è inferiore alla stima del 66% riportata da uno studio europeo nel 2015.
I limiti di questo studio includono l’assenza di test simultanei per l’HCV-RNA, sebbene tutti gli individui positivi siano stati informati e prescritti per indagini diagnostiche (compreso il test per HCV-RNA) e successivo collegamento alla cura.
I nostri risultati hanno rivelato un discreto numero di infezioni da HCV in persone che non erano consapevoli del proprio stato sierologico, suggerendo quindi che il test rapido dell’HCV nel contesto dei programmi di screening SARS-CoV-2 è un ulteriore mezzo per raggiungere l’obiettivo di eliminazione dell’HCV dell’OMS entro il 2030.10 Se di successo, altri programmi di screening per malattie trasmissibili come l’infezione da HIV potrebbero trarre vantaggio dalla stessa strategia.