ACE-R: prosegue con una tappa in Lazio e Toscana il nuovo ciclo di Tavole Rotonde Istituzionali di Alleanza Contro le Epatiti per fare il punto con stakeholder e istituzioni sulle attività locali di screening HCV.
Si è svolto il 28 settembre l’incontro promosso da ACE – Alleanza Contro le Epatiti per fare un primo bilancio delle azioni poste in essere in Lazio e Toscana relativamente alla campagna di screening su Epatite C.
Nel corso dell’evento si è discusso delle attività che sono state localmente implementate e pianificate, affinché possano essere utilizzati al meglio i fondi stanziati per lo screening HCV nelle carceri, presso i SerD e per i cittadini nati tra il 1969 e il 1989.
L’evento, “FASE III: primo bilancio delle attività di screening HCV e obiettivi futuri Focus on Regioni Lazio e Toscana”, organizzato da MAPCOM Consulting, promosso da AISF – Associazione Italiana per lo Studio del Fegato e SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, con il patrocinio di EpaC onlus, è realizzato con il contributo non condizionato di AbbVie e Gilead Sciences.
L’incontro ha avuto l’obiettivo di ribadire l’importanza di avviare lo screening e di confrontarsi sull’evoluzione delle fasi operative della campagna a livello locale.
Superata la brusca battuta d’arresto dovuta alla pandemia da Covid-19, diventa ora fondamentale tornare a focalizzarsi sul raggiungimento dell’obiettivo assegnatoci dall’OMS: eliminazione del virus HCV entro il 2030.
A tal proposito, lo scorso febbraio, il Governo ha accolto l’ordine del giorno al Milleproroghe che chiede di posticipare il termine della campagna sperimentale a dicembre 2023 e di ampliare la fascia d’età della popolazione generale da sottoporre a screening ai nati tra il 1943-1989.
Le Regioni si stanno adoperando già da qualche mese per utilizzare al meglio le risorse del fondo sperimentale, che Alleanza Contro le Epatiti vorrebbe fosse trasformato in un fondo strutturale.
“L’Italia ha un piano per l’eradicazione della epatite C, molto efficace, grazie al quale sono guariti centinaia di migliaia di pazienti” – così Beatrice Lorenzin, Parlamentare ri-eletto XIX Legislatura, già Ministro della Salute a margine della tavola rotonda dal titolo “Alleanza contro le Epatiti. “Oggi l’epatite C può essere sconfitta, ma è essenziale procedere speditamente con la prevenzione e gli screening per debellare questa grave malattia entro il 2030, come chiede l’OMS. Questa volta i fondi ci sono, grazie allo stanziamento voluto dal PD e messo a disposizione delle Regioni italiane, un fondo da 71,5 milioni di euro. E’ importante che queste risorse vengano utilizzate e per questo mi auguro che arrivi al più presto il decreto di proroga della campagna al 2023, al fine di permettere alle Regioni di recuperare i ritardi causati in parte anche dalla pandemia”.
La Regione Lazio ha investito molto negli scorsi anni nella lotta all’Epatite C, cosciente anche del fatto che una cura è possibile ed è quindi fondamentale effettuare test diagnostici per identificare i soggetti affetti dal virus dell’HCV. – ha affermato Alessio D’Amato, Assessore Sanità e integrazione sociosanitaria, Regione Lazio. – L’esperienza del Covid, ci ha fornito strumenti e strategie che possono essere sfruttati per la campagna di screening HCV che partirà ufficialmente il 3 ottobre. Sono certo che i test verranno effettuati con il massimo impegno così da coinvolgere quante più cittadini e cittadine possibili.
Il 2021 è stato un anno in cui la Regione Lazio ha effettuato tutte le attività propedeutiche all’avvio concreto della campagna. Nel corso dei primi mesi del 2022 sono state messi a punti e finalizzati gli ultimi dettagli per poter dare avvio concreto, nel mese di settembre alle attività di screening vere e proprie volte all’emersione del “sommerso”.
“A distanza di oltre due anni dallo stanziamento da parte del Governo di 71,5 milioni di euro per gli screening dell’Epatite C, le campagne concretamente avviate da parte delle Regioni risultano ancora troppo poche. A questo punto però è davvero urgente iniziare le fasi di test in maniera sistematica e continuativa altrimenti si rischiano di perdere risorse preziose. – ha ricordato il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali). – Anche la Regione Lazio deve fare la sua parte e procedere rapidamente con le attività di screening. Facendo tesoro delle numerose strutture e strumenti di cui si è dotata negli scorsi anni, può implementare una campagna capillare in grado di identificare i soggetti infetti che non sanno di esserlo. È indubbio, infatti, che in Lazio ci siano ancora delle sacche di popolazione affetta da Epatite C ed è urgente intercettare queste persone per indirizzarle verso i centri specialistici in caso di positività.”
Dopo una breve fase pilota, da qualche settimana in Regione Lazio sono state avviate quasi ovunque le fasi di test su tutti e 3 i setting di popolazione indicati dal Ministero.
“A maggio 2022 la Regione ha approvato in via definitiva il protocollo elaborato dal Gruppo di lavoro. Questo protocollo ha dato mandato ad ogni singola Azienda sanitaria di elaborare un proprio piano operativo, con tutti i dettagli circa i punti di
prelievo, i centri clinici e i referenti. – ha confermato Gian Paolo Castelli, Area Promozione della Salute e Prevenzione, Direzione Regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria, Regione Lazio – Entro la fine del mese di luglio tutte le Asl hanno presentato il proprio piano aziendale.
Nel frattempo, la Regione ha messo a punto il sistema informativo dedicato allo screening HCV e ha disposto una fase pilota della durata di un mese per la sola popolazione generale, da implementare nella sola Azienda Sanitaria di Rieti, a partire dalla fine di luglio.
Con il mese di settembre è stata avviata la fase di collaudo nelle altre ASL; l’apertura della campagna di screening su tutti e tre i setting di popolazione indicati nel Decreto ministeriale è fissata al 3 ottobre. Per facilitare la partecipazione della popolazione generica è stato predisposto anche un sistema di auto-prenotazione sul portale Salute Lazio.”
La Regione Lazio ha stimato, nella popolazione generale, oltre 35.000 persone positive al virus dell’HCV che non sono a conoscenza della propria positività. Sarà fondamentale intercettare quanto prima questi soggetti per poterli avviare al trattamento
“In epoca pre-Covid l’Italia, che è sempre stata un’eccellenza assoluta nella ricerca clinica per l’Epatite C e nell’identificazione del trattamento per questi pazienti, era partita benissimo e si era distinta per favorire l’arrivo dei nuovi antagonisti diretti della replicazione virale.– ha ribadito il Prof. Antonio Gasbarrini, Direttore del Dipartimento di scienze mediche e chirurgiche della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Professore ordinario di Medicina interna all’Università Cattolica, campus di Roma e Coordinatore della Commissione AISF Lifestyle e fegato – Ora però è quantomai urgente dare un’identità ai pazienti che non sono a conoscenza della propria positività, dal momento che il virus non dà dolore o disturbi, e indirizzarli verso i centri epatologici specializzati. La Regione Lazio ha da pochissimo avviato le fasi di test e deve mettere in atto tutti gli sforzi necessari per utilizzare in maniera efficiente le risorse a disposizione. AISF continuerà ad essere impegnata nel tour regionale promosso da ACE per sensibilizzare sull’importanza dello screening e superare eventuali difficoltà a livello locale.”
La serie di Tavole Rotonde istituzionali promosse da ACE nel corso del 2021 ha permesso di incontrare molti referenti regionali e di scattare un’istantanea della reale situazione a livello locale. Tuttavia, permangono alcune criticità legate alla reale implementazione dello screening e alla temporalità dei fondi stanziati.
“Le tappe della nuova serie di Tavole Rotonde Istituzionali nelle Regioni italiane sta pian piano volgendo al termine. Il nuovo tour è stato ancora una volta molto utile per il confronto con gli attori e le istituzioni locali. La Regione Lazio ha avviato qualche attività preliminare di screening, ma deve ancora implementare la campagna in maniera strutturata e capillare in tutte le Aziende territoriali. L’auspicio è che entro qualche settimana possano dare avvio alle fasi di test sulle popolazioni target dei detenuti, degli afferenti ai SerD e dei nati tra il 1969 e il 1989. – ha chiarito Ivan Gardini, Presidente EpaC onlus. – Considerati, tuttavia, i limiti e i ritardi dovuti dal periodo pandemico e le criticità legate ai vincoli temporali delle attività di screening previste per Decreto Ministeriale, sono convinto che la soluzione ottimale sia quella di trasformare lo screening per l’Epatite C da sperimentale a strutturale, tramite l’inserimento dei test diagnostici gratuiti nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) al fine di poter elaborare strategie adeguate di screening nel medio periodo.”
Alleanza Contro le Epatiti
La coalizione ACE (Alleanza Contro le Epatiti) nasce nel 2012 dalla volontà di AISF (Associazione Italiana per lo Studio del Fegato), SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali) e dell’Associazione Pazienti “EpaC Onlus” di perseguire al meglio strategie nazionali e regionali di eliminazione dell’Epatite C, dal punto di vista clinico-gestionale e procedurale-organizzativo.
In tal senso, ACE ha sempre organizzato eventi formativi e divulgativi, di ambito clinico e/o istituzionale, finalizzati a sensibilizzare tutti i principali attori di sistema rispetto alla priorità individuata dall’OMS, di eradicare l’Epatite C entro il 2030 e ha realizzato vari documenti di posizione su tematiche collegate alla patologia.
Fonte: ilmessaggero.it