A spiegare tutte le opportunità date dagli screening, che sono gratuiti e non richiedono la ricetta del medico, la dott.ssa Francesca Mezzetti: “Individuare le malattie per tempo fa la differenza e può prevenire i tumori”
Bene tutti i buoni propositi per il nuovo anno, ma fra iscrizioni a corsi di lingua e palestre, ci sarebbe da anteporre a tutti gli altri un solo e importante obiettivo, quello di salvaguardare la propria salute e seguire i percorsi di prevenzione e screening (gratuiti) che possono arrivari salvarci la vita, oltre che allungarla evitando cure, complicazioni e terapie invasive. Francesca Mezzetti, direttrice dell’Unità Operativa dei percorsi di screening di Ausl di Bologna fa una panoramica sulle opportunità che il piano di prevenzione prevede per tutti i cittadini, chiaramente suddivise per fasce di rischio: “Grazie agli screening la riduzione della mortalità e dei tumori si è del 30% e il numero è importante se si considera che l’adesione è bassissima (si fa fatica ad arrivare al 60%). Per quanto riguarda il tumore della mammella la mortalità si è ridotta del 56% e questo ci fa capire che non lo diciamo mai abbastanza: fate il test!”.
Dunque, quali screening sono accessibili ad oggi e a chi sono rivolti?
“Partiamo dallo screening per il tumore della cervice. Sono invitate a partecipare a questo screening tutte le donne di età compresa fra i 25 e i 64 anni residenti e domiciliate nel territorio della Ausl di Bologna ricevendo una lettera a casa e tramite Fascicolo Sanitario Elettronico con tutte le informazioni relative alle modalità di accesso, le sedi e gli orari. Fra i 25 e i 29 anni l’offerta del paptest avviene ogni 3 anni e fra i 30 e i 64 anni dell’HPV test. Quest’ultimo ha una doppia opzione visto che si può fare anche a domicilio. Per quanto riguarda la mammella, tutte le donne di età compresa fra i 45 e i 74 anni sono invitate a eseguirlo con lettera a domicilio che dà già tute le info. Dai 45 ai 50 anni è annuale mentre per le signore di età compresa fra i 50 e i 74 anni l’invito arriva ogni due anni. Lo screening per il tumore al colon retto riguarda uomini e donne dai 50 ai 69 anni. Questa fascia di popolazione viene invitata a eseguire un test gratuito per la ricerca del sangue occulto nelle feci, con cadenza biennale.
Solo quest’anno abbiamo avuto lo screening per l’Epatite C per i nati fra il ’69 a e l’89. Chi ha avuto la segnalazione lo scorso anno e non ha eseguito il test fa ancora in tempo ad aderire: importante perchè con i nuovi farmaci anti virali si possono fare dei trattamenti che impediscono alla malattia di diventare cronica o di diventare tumore semplicemente con una banale terapia via bocca”.
Epatite C: come funziona lo screening per individuare l’HCV
Lo può fare chi è nato fra il 1969 e il 1989, o se si è seguiti dai Servizi pubblici per le Dipendenze (SerD), si può prenotare gratuitamente il test che consiste in un prelievo di sangue. Non occorre la ricetta medica e non è previsto il pagamento di alcun ticket. Il test si può eseguire insieme ad altri esami ematici ed è possibile
aderire allo screening dell’epatite C anche in occasione di altri esami del sangue, facendone richiesta direttamente allo sportello del centro prelievi.
L’epatite C è un’infezione pericolosa: molte persone infettate sviluppano una malattia epatica cronica, che può evolvere in forme molto gravi e progressive che vanno dalla cirrosi al cancro al fegato. Lo screening è l’unico modo per individuarla: la maggior parte delle persone con epatite C cronica non presenta alcun sintomo o presenta solo sintomi generali come stanchezza cronica e depressione. Grazie allo screening, è possibile identificare i casi non noti e fornire le giuste terapie, consentendo di scongiurare l’evoluzione della malattia e impedire il contagio di altre persone.
Tutto sullo screening del tumore della mammella
In passato il numero di nuovi casi del tumore della mammella è andato progressivamente aumentando; la mortalità appare tuttavia in declino, suggerendo il beneficio apportato dal programma di screening che consente una diagnosi precoce e trattamenti più efficaci. L’eziologia della stragrande maggioranza dei casi rimane sconosciuta. Sono comunque sono stati evidenziati numerosi fattori di rischio tra cui: l’età più avanzata, la storia familiare per tumore della mammella in giovane età, il menarca precoce e la menopausa tardiva, l’età più avanzata al primo parto, la prolungata terapia ormonale sostituiva, l’esposizione della parete toracica a precedente radioterapia, la malattia proliferativa benigna della mammella e le mutazioni genetiche, come nel caso dei geni BRCA 1-2.
Modalità di coinvolgimento della popolazione. Dal 1 gennaio 2010, anno in cui è stata ampliata la fascia della popolazione target, tutte le donne di età compresa fra i 45 e i 74 anni sono invitate allo screening con lettera a domicilio che indica luogo, giorno e ora in cui presentarsi per eseguire la mammografia. Alla lettera di invito è allegato un opuscolo informativo, che spiega le ragioni e le modalità di esecuzione della mammografia di screening. L’invito ha cadenza periodica: per le signore di età compresa fra 45 e 49 anni l’invito arriva ogni anno, per le signore di età compresa fra 50-74 anni l’invito arriva ogni 2 anni. Gli inviti e i solleciti possono essere inviati esclusivamente tramite Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) se è stato espresso il consenso alla consegna dei referti all’interno del FSE. La partecipazione al programma è completamente gratuita e non occorre l’impegnativa del medico di medicina generale. Nel caso siano necessari ulteriori accertamenti, questi vengono eseguiti gratuitamente nell’ambito del programma
e, come per la mammografia di base, non occorre la impegnativa del medico curante. Ciò consente di seguire la salute della donna che aderisce al programma.
Dove eseguire l’esame a Bologna
Le mammografie vengono eseguite: nelle 3 sedi Poliambulatoriali della Azienda USL di Bologna: Casalecchio, San Lazzaro di Savena, San Pietro in Casale nelle 5 sedi Ospedaliere della Azienda USL di Bologna: Bazzano, Bellaria, Bentivoglio, San Giovanni in Persiceto, Vergato e presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna.
Tutte le info sullo screening del tumore del colon-retto
Nell’Azienda USL di Bologna è attivo il programma di screening per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore del colon-retto, con la collaborazione dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Orsola- Malpighi. Tutta la popolazione maschile e femminile residente o domiciliata nel territorio dell’Azienda USL di Bologna, di età compresa tra i 50 e i 69 anni, viene invitata ad eseguire un test gratuito per la ricerca del sangue occulto nelle feci, con cadenza biennale.
Tutto il programma di screening è gratuito e non è richiesta impegnativa del medico di medicina generale. I cittadini con le caratteristiche sopra evidenziate, ricevono una lettera di invito al proprio domicilio, corredata da materiale informativo specifico o un invito nel proprio Fascicolo Sanitario Elettronico per l’esecuzione del test di screening ogni due anni.
Il campione deve essere consegnato solo in farmacia: presentando la lettera di invito, la tessera sanitaria e un documento d’identità, alle farmacie del territorio aziendale che hanno aderito al programma di screening, è possibile ricevere il kit per l’esecuzione dell’esame. Il cittadino, una volta raccolto il campione di feci, dovrà portarlo nel più breve tempo possibile (e comunque non oltre le 48 ore dalla raccolta) nelle farmacie che hanno aderito.
Consegna del referto/esito del test: se il test darà risultato negativo (cioè in assenza di sangue occulto nelle feci), il referto arriverà per posta al domicilio o verrà pubblicato sul Fascicolo Sanitario Elettronico. Se il campione consegnato non sarà adeguato, cioè non analizzabile, la persona riceverà una nuova lettera invito per ripetere l’esame. In caso di esito positivo (presenza di sangue nelle feci), la persona sarà richiamata telefonicamente dal personale sanitario del Centro Screening per proporre un appuntamento per un colloquio con personale infermieristico delle unità operative di Gastroenterologia situate negli Ospedali Bellaria, Bentivoglio, San Giovanni in Persiceto e S.Orsola-Malpighi. In queste sedi verranno fornite tutte le informazioni necessarie e verrà programmato il percorso di approfondimento diagnostico ed eventualmente fissato l’appuntamento per la colonscopia.
Tutte le info sullo screening del tumore del collo dell’utero
Il tumore del collo dell’utero rappresenta un importante problema di salute, in quanto è il secondo tumore maligno della donna a livello mondiale. Nelle nazioni che hanno avviato programmi di screening organizzati basati sull’offerta del Pap-test, si è assistito nelle ultime decadi a una importante diminuzione del numero di nuovi casi di questa neoplasia e contemporaneamente è aumentata di molto la probabilità di guarigione. Il tumore del collo dell’utero è totalmente riconducibile all’infezione persistente da virus del papilloma umano (HPV). Tra i genotipi di questo virus che infettano il collo dell’utero, solo alcuni, chiamati HPV ad alto rischio, sono in grado di provocare lesioni che possono col tempo progredire verso forme tumorali. Altri genotipi sono associati a lesioni benigne come i condilomi ano genitali.
Esiste un vaccino contro i tipi di virus responsabili di circa il 70% dei tumori del collo dell’utero. A partire dai primi mesi del 2016 si introduce il test HPV come test principale in sostituzione del Pap-test per la fascia di età dai 30 ai 64 anni. Alcuni studi hanno infatti dimostrato che in tale fascia di età, il test HPV è maggiormente efficace nell’identificare precocemente le lesioni a rischio per il tumore del collo dell’utero. Il test HPV è un esame del tutto simile al Pap-test; il materiale prelevato viene esaminato per rilevare la presenza di virus HPV. Nella fascia di età tra i 25 e i 29 anni invece il Pap-test rimane il test più efficace.
Tutte le donne di età compresa fra i 25 e i 64 anni residenti e domiciliate nel territorio della AUSL di Bologna, sono invitate a partecipare allo screening con lettera a casa e tramite Fascicolo Sanitario Elettronico, indicando le modalità di accesso, le sedi e gli orari. Il Pap-test e l’HPV test sono eseguiti da un’ostetrica nelle sedi dei Consultori familiari. L’invito ha cadenza triennale per il Pap-test e quinquennale per l’HPV test. La partecipazione allo screening è completamente gratuita e non occorre l’impegnativa del medico curante.
Possibilità di auto-prelievo HPV test. Da novembre 2021, alle donne tra i 30 e 64 anni viene proposto tramite invito specifico una nuova modalità di esecuzione del test in autonomia con la collaborazione delle farmacie aderenti. Se il test di screening risulta negativo verrà inviata una lettera a casa col risultato. Se il test rivela delle alterazioni, la signora sarà convocata per eseguire ulteriori accertamenti. Questi approfondimenti sono gratuiti e non occorre l’impegnativa del medico curante. Ciò consente di seguire costantemente la salute della donna che aderisce al programma di Screening grazie al coinvolgimento di un team di professionisti di diversi Servizi (Centro Screening, Consultori Familiari, Anatomia Patologica, Ginecologia).
Fonte: bolognatoday.it