“Sulle politiche di screening dell’epatite C in Umbria, abbiamo una deliberazione della Giunta regionale del dicembre del 2021 che ha delineato in maniera molto accurata il programma, le azioni da compiere, ha definito anche quello che è il gruppo operativo di specialisti, di esperti che parteciperanno a questa attività, c’è anche un finanziamento in questo senso. Però, di fatto, ancora operativamente lo screening attivo non è iniziato”.
A dirlo la professoressa Daniela Francisci, direttore della Clinica di Malattie Infettive Università di Perugia, intervenuta in occasione del corso di formazione Ecm sulla gestione dei tossicodipendenti con epatite C, organizzato dal provider Letscom E3.
Il corso, dal titolo ‘Focus sull’Epatite C – Stato dell’arte e prospettive future’, Ma come abbreviare il percorso di Test & Treat del paziente complesso?
“Questo è un punto molto importante – ha risposto Francisci – perché soprattutto quando facciamo riferimento ai pazienti tossicodipendenti, che rappresentano un importante serbatoio di infezione, la semplificazione del processo di diagnosi e di cura è fondamentale.
In questo senso è importante, per esempio, effettuare i prelievi direttamente nei Serd, o comunque nel luogo frequentato dal paziente, costruire anche dei test semplificati, come i test rapidi, per esempio i test rapidi capillari, oppure utilizzare un prelievo sierologico per la ricerca degli anticorpi e sullo stesso prelievo, se positivo, eseguire l’Hcv-Rna, ovvero il reflex testing.
Quindi, tutto ciò che può servire ad abbreviare i tempi e semplificare il percorso del paziente è sicuramente importante”.
Fonte: lanazione.it