Circa 20.000 siciliani sono affetti da epatite C inconsapevolmente. A Messina, gli ospedali Papardo e Policlinico ne “gestiscono” già un migliaio (l’ultimo ricovero al Papardo questa mattina, un uomo di 52 anni). Per questo la Regione Siciliana ha lanciato la campagna “Basta Pensarci”, che offre screening gratuiti in tutti i laboratori pubblici e privati convenzionati. L’obiettivo è quello di diagnosticare precocemente la malattia, “silenziosa”, e iniziare un trattamento rapido con pillole. La campagna “Basta Pensarci” coinvolge una rete capillare di 320 laboratori di analisi, 680 punti prelievo, 4.200 medici di medicina generale, 640 medici del lavoro, oltre 1.600 farmacie e 5.000 farmacisti, oltre all’intero sistema sanitario pubblico siciliano.
L’INTERVISTA
Per saperne di più sulla Campagna e sull’epatite C, ma anche su quale sia la situazione a Messina, in particolare, ne abbiamo parlato con l’infettivologo Antonio Albanese, dirigente medico del reparto di Malattie infettive dell’Ospedale Papardo.
Dottor Albanese, qual è la situazione attuale dell’epatite C in Sicilia e, in particolare, a Messina?
“I dati dell’epatite C in Sicilia mostrano che attualmente i centri regionali, incluso il nostro, hanno in carico circa 23.000 pazienti. A Messina, tra Policlinico e Ospedale Papardo, ne gestiamo più di mille. Tuttavia, il numero di persone affette da questa malattia è ancora sottostimato. Proprio stamattina, un paziente di 53 anni ha scoperto di essere positivo all’epatite C quasi per caso”.
Cosa ne pensa della campagna “Basta Pensarci” della Regione siciliana?
“Che è un’ottima iniziativa e che serve a fare emergere il sommesso dell’epatite C che ancora noi non conosciamo e che spesso anche i pazienti disconoscono perché non vengono sottoposti a screening per questo tipo di infezione”.
Quali sono i punti di forza di questa campagna e come si può migliorare ulteriormente?
“La campagna di screening per le infezioni dimostra la sua efficacia nella capillare intercettazione dei pazienti grazie al coinvolgimento sinergico di medici di medicina generale e laboratori di analisi. Elemento distintivo della campagna è la sua capillare diffusione sul territorio. Coinvolgendo tutti i laboratori di analisi della rete, si garantisce che qualsiasi paziente, indipendentemente dal centro al quale si rivolge (da Ucria a Messina, per fare un esempio), possa essere sottoposto a screening con un semplice prelievo del sangue. Il ruolo chiave dei medici di medicina generale non si limita al mero invito allo screening. Grazie al loro coinvolgimento, i pazienti sospetti possono essere rapidamente indirizzati ai centri di riferimento per una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo, con evidenti benefici in termini di prognosi e di salute pubblica. Un paziente infetto scopre di avere questo tipo di malattia solo quando il virus ha devastato il suo fegato”.
Come funziona lo screening per quanto riguarda ovviamente l’epatite C in Sicilia e dove e come è possibile effettuarlo?
“Presso tutti i centri di laboratorio di analisi. L’elenco è all’interno del sito della Regione.
Cosa succede se il risultato dovesse essere positivo?
“Bisogna fare una distinzione. La positività all’anticorpo non sempre indica un’infezione, però a quel punto bisogna recarsi un centro di epatologia, essere sottoposti a un ulteriore prelievo per fare la ricerca del virus, quindi individuare la carica virale. Se risulta negativo il paziente va a follow-up, se invece il paziente risulta positivo viene preso in carico e messo in terapia”.
Quali sono i trattamenti disponibili per l’epatite C?
“Oggi ci sono due trattamenti che consentono in pochissime settimane: uno in otto settimane, uno in dodici settimane, di guarire da questo virus. Quindi il 99% dei pazienti trattati è guarita. Il trattamento viene scelto in base alle eventuali comorbilità del paziente o alle eventuali ulteriori terapie che il paziente sta facendo perché alcuni farmaci hanno dell’interferenza fra di loro”.
C’è un modo per prevenire l’epatite C?
“Beh sì, il modo è quello di evitare contatti con il sangue delle persone sconosciute, avere rapporti sessuali protetti in caso di rapporti occasionali e non condividere siringhe per l’uso di sostanze stupefacenti iniettive”.
Ci sono consigli che si possono dare ai messinesi?
“Assolutamente sì, a chiunque sospetti di essere stato a contatto con persone affette da epatite C, consiglio di sottoporsi a screening ed eventualmente siamo a disposizione per fornire tutti i suggerimenti necessari per questi pazienti.
Fonte: tempostretto.it