Con l’obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dell’eliminazione del virus dell’epatite C (HCV) entro il 2030 è aumentata la consapevolezza della necessità di piani di screening, in tutto il mondo. Di questo se ne è parlato anche durante il congresso EASL 2023 conclusosi pochi giorni fa a Vienna.
In Italia è stato stimato che lo screening a partire da persone nate tra il 1969 e il 1989 potrebbe essere la strategia più efficace per giungere all’obiettivo di eliminazione.
Scopo di questo lavoro è stato eseguire uno studio opportunistico basato sullo screening dell’HCV su tutto il territorio nella popolazione generale nata tra il 1969 e il 1989 e frequentante ospedali e centri di raccolta sangue ambulatoriali della regione Lombardia.
Questo studio opportunistico, multicentrico, di screening HCV sostenuto dalla Giunta Regionale della Lombardia è stato realizzato tra giugno 2022 e dicembre 2022, ha interessato nati tra il 1969 e il 1989 e ricoverati o con accesso al pronto soccorso.
Nei centri ambulatoriali per la raccolta del sangue in Lombardia sono stati offerti gratuitamente test anti-HCV e HCV-RNA. Sono stati esclusi pazienti con positività anti-HCV nota e/o precedente trattamento anti-HCV.
Le caratteristiche demografiche sono state caricate su una piattaforma regionale. I risultati hanno evidenziato che 120.193 individui sono stati sottoposti a screening HCV in 76 centri di screening in Lombardia.
La loro età media era di 44±6 anni, il 65,2% erano donne, l’83,7% sono stati valutati presso i centri di raccolta del sangue ambulatoriali.
Il test anti-HCV è risultato positivo in 604 soggetti (0,50%): età media 47 (±5) di cui il 51,1% erano donne. La sieroprevalenza di HCV era più alta negli uomini rispetto alle donne (0,71% vs. 0,39%; p<0,0001), negli anziani (p<0,00001) e nei pazienti ricoverati vs. ambulatoriali (p=0,0007). L’HCV-RNA era rilevabile in 125 su di 441 (28,3%) soggetti positivi all’anti-HCV con HCV-RNA disponibile.
Le persone con infezione da HCV attiva avevano per lo più 46±6 anni ed erano uomini nel 56,8% dei casi e per lo più sottoposti a screening interno o servizi DH/DS (p<0,00001). Nel complesso, la prevalenza dell’infezione da HCV attiva nella popolazione generale era dello 0,10% e differiva in base ai gruppi di età (p=0,001), essendo maggiore negli anziani.
In conclusione, la prevalenza dell’infezione attiva da HCV nella popolazione generale nata tra il 1969 e il 1989 ricoverata o sottoposta ad esami del sangue nel Nord Italia era bassa. Tuttavia, poiché la prevalenza era più alta negli individui più anziani, potrebbe essere considerato l’estensione dei programmi di screening opportunistici per ridurre le coorti di nascita.
Fonte: pharmastar.it