È rivolto a tutte le persone assistite dall’Ausl e nate tra il 1969 e il 1989. Ecco come prenotare gratuitamente
Anche nell’imolese prenderà il via lunedì 21 marzo lo screening gratuito per eliminare il virus HCV, responsabile dell’epatite C. «Il monitoraggio – spiega l’Ausl di Imola – è rivolto a tutte le persone iscritte all’anagrafe sanitaria nate dal 1969 al 1989, inclusi gli stranieri temporaneamente presenti e indipendentemente dall’età e dalla nazionalità». Un bacino di circa 38mila persone in tutto il circondario imolese.
Aderire allo screening, condotto dall’Azienda Usl di Imola, è molto semplice: «La proposta di adesione avverrà, infatti, tramite il Fascicolo sanitario elettronico (FSE) e l’invio di un sms. I primi 500 sono partiti nei giorni scorsi».
Lo screening avviene su base volontaria e gratuitamente, attraverso l’esecuzione di un prelievo di sangue.
Le modalità con cui si può prenotare sono le seguenti:
– utilizzando il portale dedicato: www.ausl.imola.bo.it/screening;
– recandosi al CUP con l’apposito documento scaricabile dal Fascicolo Sanitario Elettronico o mostrando il messaggio sms ricevuto.
È possibile aderire allo screening anche in occasione di esami del sangue già prescritti per altre ragioni, anche durante l’effettuazione del prelievo. In caso di esito positivo, il paziente verrà preso in carico e verrà contattato fissando direttamente un esame di approfondimento presso la Gastroenterologia dell’Ausl. La sperimentazione di questo nuovo screening, finanziato dalla Regione, si concluderà il 31 dicembre 2022.
L’epatite C
«È un’infezione del fegato causata dal virus dell’epatite C – spiega la dottoressa Margherita De Lillo, responsabile del centro screening dell’azienda Usl di Imola – varia da una malattia lieve che dura poche settimane a una malattia grave a lungo termine. L’epatite C può essere un’infezione permanente se non trattata, può causare seri problemi di salute, inclusi danni al fegato, cirrosi (cicatrizzazione del fegato), cancro al fegato e persino la morte. In Italia si stima che circa lo 0,5% della popolazione abbia una forma cronica di epatite C. Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, considerando la fascia di popolazione nata tra il 1969 e il 1989, si può dunque stimare che oltre 6.500 persone siano attualmente positive, molte di queste senza esserne a conoscenza».
Fonte: ilnuovodiario.com