L’iniziativa “Straight to the Target” ha acceso i riflettori sulla necessità di ampliare le attività di screening.
La lotta contro l’epatite C è tutt’altro che conclusa. Nonostante i grandi passi avanti compiuti negli ultimi anni, in Italia circa 300.000 mila persone convivono con il virus dell’HCV, senza esserne consapevoli. Si stima che nel mondo, le persone portatrici del virus siano circa 80 milioni.
Questi dati, rilasciati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) evidenziano una realtà preoccupante; infatti, questa patologia “silenziosa”, se ignorata, può portare a conseguenze gravi per la salute dell’individuo, a volte fatali. Oltre alla cirrosi e all’insufficienza epatica, l’infezione da HCV può causare anche tumori di origine epatica. Per questo motivo, l’OMS ha fissato l’obiettivo di eliminare il virus entro il 2030, da raggiungere con azioni decise e l’impegno di cittadini e istituzioni.
Come fare per raggiungere questo obiettivo? Attraverso lo screening e la piena consapevolezza di tutti che il percorso di cura esiste. Infatti, grazie ai progressi scientifici degli ultimi anni, l’epatite C è divenuta una malattia completamente curabile.
Lo screening, lo strumento più potente a nostra disposizione
Lo screening risulta essere il miglior alleato per avviare alla cura risolutiva. Già nel 2020 è stato istituito un fondo per lo screening gratuito dell’Epatite C, rivolto alla popolazione nata tra il 1969 e il 1989, così come a detenuti e tossicodipendenti. I risultati sono stati significativi: con l’applicazione dello screening gratuito nelle Regioni oltre 10.000 infezioni attive sono state identificate, ma questo è solo l’inizio.
Le infezioni “sommerse” restano tante, troppe, e la sospensione dello screening rischia di vanificare gli sforzi finora compiuti. Ivan Gardini, Presidente dell’Associazione EpaC ETS, non usa mezzi termini: “L’eliminazione dell’epatite C deve tornare ad essere una delle priorità di salute pubblica e serve una profonda convinzione e coesione politica per comprendere che raggiungere questo obiettivo comune equivale a salvare vite umane. Lo screening non può fermarsi ora. Per questo motivo è stata depositata la proposta di legge DDLS.718 che ha l’obiettivo di stabilizzare lo screening fino al 2030 e raggiungere un obiettivo storico. Siamo ancora lontani dal traguardo e ogni giorno di ritardo nell’individuare i casi non diagnosticati mette a rischio vite umane. È necessario rendere lo screening una misura stabile e continuativa almeno fino al 2030. Oggi è tempo di agire: possiamo dimostrare al mondo intero che l’Italia è in grado di raggiungere l’obiettivo OMS con l’attività di prevenzione per l’Epatite C”.
La campagna di sensibilizzazione “Straight to the Target”
Il 18 e il 19 settembre si è tenuta “Straight to the Target”, l’iniziativa di prevenzione e sensibilizzazione organizzata da Cencora-Pharmalex e con il patrocinio dell’Associazione EpaC Ets, AISF e SIMIT.
Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l’Intergruppo parlamentare Epatiti virali e malattie del fegato, con il patrocinio del Municipio I del Comune di Roma e il contributo non condizionato di Gilead Italia e Abbvie.
“Straight to the Target” è il frutto di una collaborazione senza precedenti tra associazioni, medici, industria e istituzioni a livello centrale e locale. Il nome dell’iniziativa evidenzia la volontà di operare in maniera unita, determinata e mirata per aumentare la consapevolezza sull’importanza di prolungare lo screening gratuito fino al 2025 e oltre.
Rappresentanti delle istituzioni sono intervenuti nell’arco delle giornate per dimostrare supporto allo scopo dell’iniziativa e sottoposti allo screening, tramite test salivare, a disposizione presso l’ambulatorio mobile installato in Via degli Staderari a Roma. Tanti i nomi delle istituzioni che hanno preso parte allo screening promosso con “Straight to the Target”: Elena Murelli, 10a Commissione Affari Sociali, Sanità, Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale, Antonello Aurigemma, Presidente Consiglio Regionale del Lazio, Giovanni Satta, 10a Commissione Affari Sociali, Sanità, Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale, Elisa Pirro, 10a Commissione Affari Sociali, Sanità, Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale, Beatrice Lorenzin, V Commissione Programmazione Economica e Bilancio del Senato della Repubblica, Raoul Russo, 10a Commissione Affari Sociali, Sanità, Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale, Guido Quintino Liris, 5a Commissione Bilancio, Gian Antonio Girelli, XII Commissione Affari Sociali, Giulio Terzi di Sant’Agata, Presidente della 4a Commissione Politiche Unione Europea, Antonio Guidi, 10a Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, Daniele Manca, 5a Commissione Programmazione economica e bilancio, Renato Loiero, Consigliere del Presidente del Consiglio e Giulia Callini, Consigliere Municipio I di Roma.
A proposito di impegno politico, il Senatore Gianni Berrino, presidente dell’Intergruppo Parlamentare “Epatiti Virali e Malattie del Fegato”, intervenuto durante la prima giornata di screening ha affermato: “Nonostante in Italia siano stati raggiunti risultati notevoli restano ancora importanti sfide e criticità da affrontare, prima tra tutte la definizione di strategie efficaci per individuare il sommerso e indirizzare i pazienti verso cure adeguate. L’impegno di questa legislatura nella lotta alle epatiti virali e malattie del fegato è concreto. Sin dalla sua nascita, l’Intergruppo si è dato l’obiettivo di promuovere una cultura più consapevole rispetto alle epatiti virali e alle malattie del fegato. L’iniziativa ‘Straight to the Target’ è un chiaro messaggio: è possibile eradicare l’epatite C e garantire su tutto il territorio nazionale cure adeguate e tempestive per tutti.”
I rischi di fermarsi: quali sono le minacce per il futuro
La mancata estensione dello screening metterebbe a rischio il raggiungimento dell’obiettivo OMS del 2030. L’Italia, che era tra i Paesi più vicini a debellare l’HCV, rischia di allontanarsi dal traguardo. “Per l’Epatite C esistono cure risolutive, ma è essenziale intercettare i pazienti da trattare, e lo screening rappresenta un’arma efficace. AISF ha sempre collaborato con le altre Società Scientifiche e le Associazioni di Pazienti per promuovere attività di sensibilizzazione con l’obiettivo di prevenire le complicanze delle malattie croniche di fegato. Le conseguenze del mancato trattamento dell’HCV possono essere gravi. È anche uno dei tumori più complessi e costosi da trattare. Abbiamo partecipato alla due giorni di screening in piazza “Straight to The Target” per dare un segnale chiaro sulla rilevanza di intercettare pazienti inconsapevoli. Abbiamo una finestra di opportunità straordinaria – ricorda Vincenza Calvaruso, Segretario Nazionale AISF – ma serve la volontà politica di non fermarsi. Ogni anno che passa senza prevenzione equivale a vite perse.”
I numeri parlano chiaro: il 20% dei tumori al fegato è causato dall’HCV, e ogni anno questa infezione contribuisce a decine di migliaia di decessi in Europa. Senza uno screening efficace, questi numeri continuerebbero a crescere. Calvaruso aggiunge: “Oltre alla cirrosi e all’insufficienza epatica, oltre il 20% dei tumori al fegato è causato dall’infezione. Il cancro al fegato è la terza causa più comune di decessi per cancro: circa 78.000 sono i decessi in Europa e oltre 800.000 morti a livello globale solo nel 2020. L’epatite C è la principale causa prevenibile. Abbiamo la cura, abbiamo lo screening: non possiamo permettere che vengano interrotti.”
L’invito ad un’azione concreta
L’appello è chiaro: è importante non fermarsi adesso. “Straight to the Target” ha dimostrato quanto possa essere efficace sensibilizzare la popolazione e le istituzioni sull’importanza della prevenzione. Ma l’iniziativa deve essere solo l’inizio di un percorso più lungo e ambizioso. L’Italia ha le competenze scientifiche e le risorse necessarie per eliminare l’HCV, ma serve un impegno politico e istituzionale continuativo.
“È tempo di agire – conclude Massimo Andreoni, Direttore Scientifico di SIMIT –. La priorità operativa e strutturale per permettere il raggiungimento dell’obiettivo dell’OMS di eradicare il Virus HCV entro il 2030, nel nostro Paese, è quella di estendere le attività di screening nel 2025, includendo anche la classe di età dei nati tra il 1948 e il 1968. I fondi già stanziati consentono di coprire entrambe queste estensioni. Le epatiti virali sono malattie subdole, che possono impiegare anche anni per fornire il quadro clinico completo. Per questo motivo lo screening è fondamentale perché arrivare prima alla diagnosi consente non solo di non evolvere nella malattia, ma di guarire e soprattutto di non trasmettere l’infezione. Oggi abbiamo a disposizione strategie terapeutiche risolutive, che restituiscono al paziente la condizione di persona sana in sole 8-16 settimane, debellando completamente il virus. Per questo, lo screening non si può interrompere, deve proseguire.”
La lotta contro l’epatite C non può più essere rimandata: l’estensione dello screening al 2025 e oltre è una responsabilità collettiva per il futuro della salute pubblica.
Fonte: ilmessaggero.it