“Consentire ai pazienti affetti dal virus epatite C di guadagnare anni di vita grazie alle terapie”. Così Ivan Gardini, presidente dell’associazione EpaC onlus e di Ace – alleanza contro le epatiti, delinea gli obiettivi della lotta al virus.
Parlando con Fortune Italia, Gardini spiega l’importanza di fare luce su una patologia che affligge centinaia di migliaia di italiani, ma che può essere combattuta anche attraverso uno screening più capillare.
Ace – alleanza contro le epatiti, è l’alleanza tra le società scientifiche e l’associazione di pazienti di riferimento, nata 10 anni fa alla luce di un obiettivo comune: ottenere traguardi specifici di salute pubblica, contrastando congiuntamente la diffusione dell’epatite C.
L’Oms – organizzazione mondiale della sanità, punta a raggiungere l’eradicazione dell’epatite C entro il 2030. Questo è possibile grazie all’introduzione di farmaci innovativi che, negli ultimi dieci anni, si sono rivelati capaci di eliminare l’infezione da Hcv nel 98% dei casi, con terapie di un paio di mesi e ed effetti collaterali molto ridotti.
“Andiamo a cercare le infezioni sommerse, per poi curarle ed evitare che possano subentrare patologie più serie – racconta ancora Gardini – come la cirrosi, il tumore del fegato, il trapianto del fegato”. Tutte le Regioni devono essere nella condizione di far partire questa azione di indagine. “Sappiamo che la maggior parte delle infezioni possiamo trovarle oggi nelle persone adulte, che devono essere messe nella condizione di fare uno screening”.
L’azione congiunta di Ace e alcuni esponenti politici sensibili al tema ha portato alla presentazione di tre emendamenti alla Legge di Bilancio, che puntano proprio ad estendere lo screening gratuito fino ai 74 anni di età.