Un successo l’iniziativa di prevenzione dell’azienda sanitaria di Treviso rivolta ai cittadini tra i 35 e i 55 anni. Ci sarà tempo fino al 31 dicembre per effettuare il test tramite esame del sangue
Basta un semplice prelievo di sangue per individuare la presenza dell’epatite C». L’azienda sanitaria trevigiana rilancia l’appello ad aderire allo screening gratuito per l’epatite C e ricorda che i termini sono stati prorogati al 31 dicembre.
Si tratta di un’iniziativa avviata dalla Regione Veneto nel maggio 2022, proposta su tutto il territorio e rivolta a 280 mila trevigiani che sono nati tra il 1969 e il 1989, le classi di età considerate a maggior esposizione verso l’infezione Hcv.
Finora hanno aderito circa 45 mila interessati nella Marca. Per incrementare la partecipazione, in questi giorni il dipartimento di Prevenzione sta inviando una lettera di invito a fare il test, in cui il dottor Erminio Bonsembiante, responsabile della campagna screening Hcv, ricorda l’importanza della proposta e il suo triplice obiettivo: rilevare le infezioni da Hcv ancora non diagnosticate, garantire la possibilità di un trattamento farmacologico precoce e altamente efficace, ma anche interrompere la circolazione del virus impedendo nuove infezioni.
L’appello
«Invitiamo tutti i cittadini a partecipare a questa iniziativa di salute» commenta il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi. «Questo screening rappresenta un’opportunità per la diagnosi precoce di una malattia che spesso può rimanere silenziosa per anni e, se non curata, può provocare seri danni al fegato, tra cui il tumore e la cirrosi epatica. Finora, i pazienti che hanno scoperto di avere la patologia e usufruito dei farmaci contro l’epatite C sono stati 2.738 con un investimento di 34 milioni di euro per le terapie» sottolinea il manager della sanità trevigiana.
Il trattamento per via orale permette di curare la malattia in modo semplice, efficace e con pochi effetti collaterali, ma resta fondamentale effettuare lo screening preventivo, per conoscere il proprio stato di salute. Chi ha tra i 35 e i 55 anni è quindi chiamato a farsi avanti.
L’esame
Il test di screening consiste in un prelievo di sangue con ricerca degli anticorpi contro il virus dell’epatite C.
L’infezione da Hcv si trasmette principalmente attraverso il contatto di ferite, anche lievi, con sangue infetto, o tramite scambio di siringhe contaminate. Sono sufficienti anche piccolissime quantità di sangue per contrarre l’infezione. Più raramente, la trasmissione avviene attraverso rapporti sessuali non protetti oppure dalla madre al figlio durante la gravidanza o il parto. Diagnosticare e trattare l’epatite C in una fase iniziale, impedisce l’avanzamento della malattia ed evita complicanze gravi al fegato, quali cirrosi, tumori e altri pesanti disturbi.
Il test può essere eseguito dai nati tra il 1969 e il 1989 presentandosi ai punti prelievo dell’Ulss 2 con la lettera di invito allo screening ricevuta a casa, ma lo si potrà richiedere anche su base volontaria nel corso di un ricovero ospedaliero, un intervento in day hospital, una visita specialistica, un accesso ai laboratori del servizio sanitario regionale per prelievi di routine prescritti dal medico di medicina generale o dallo specialista.
Al prelievo è necessario consegnare il modulo di consenso informato (scaricabile sul sito dell’Ulss 2 nella sezione “Screening epatite C”) compilato e firmato.
Per informazioni è possibile inviare una e-mail a infoepatitec@aulss2.veneto.it o contattare lo 0422. 323813, attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.
Fonte: tribunatreviso.gelocal.it