Oltre un cittadino su 4 del Friuli Venezia Giulia sarà chiamato a partecipare a uno screening per prevenire o curare l’epatite C. L’operazione riguarda i dati nelle annate comprese fra il 1969 e il 1989, nonché le persone detenute nelle carceri e quelle alle prese con dipendenze, in particolare da sostanze che si assumono mediante iniezione. La decisione della Regione, che prende le mosse dalle norme nazionali e dalla recente legge regionale 13 del 5 agosto 2022, che all’articolo 8 recita testualmente: “Al fine di rilevare le infezioni da virus dell’epatite C ancora non diagnosticate, migliorare la possibilità di una diagnosi precoce, avviare i pazienti al trattamento ed eradicare il virus impedendo nuove infezioni, le Aziende sanitarie regionali sono autorizzate ad avviare un’attività di screening gratuito del virus Hcv per i residenti in regione”.
I NUMERI
L’operazione riguarda complessivamente oltre 323mila persone: sono, in particolare, 315.906 le persone iscritte all’anagrafe in Fvg nate fra il 1969 e il 1989, compresi i cittadini stranieri temporaneamente presenti. A costoro occorre aggiungere – prescindendo dall’età – i 6.777 soggetti seguiti dai Servizi pubblici per le dipendenze, nonché le 603 persone che risultano attualmente detenute sul territorio del Fvg. Quanto alla prima, numericamente assai più qualificante categoria, il dato complessivo si ottiene sommando quelli per Aziende territoriali: 85.765 persone per l’Azienda del Friuli occidentale, 136.704 per l’Azienda del Friuli centrale e 93.437 per l’Azienda giuliano-isontina. A sostegno dello screening, la Regione mette in campo 1,680 milioni di euro così ripartiti: 726.600 euro per l’Azienda del Friuli centrale, 518.280 euro per l’Azienda giuliano-isontina e 435.120 euro per l’Azienda del Friuli occidentale.
LA CHIAMATA
La Regione ha stabilito che per i nati fra il 1969 e il 1989 la chiamata avverrà mediante una lettera personalizzata inviata a casa. La persona interessata potrà presentarsi nei punti di prelievo indicati nella lettera d’invito. Inoltre, qualsiasi occasione d’incontro con il Servizio sanitario regionale “dovrà rappresentare un’opportunità per proporre l’adesione allo screening per l’Hcv”. Dove ciò sia possibile, “dovrà essere effettuato il prelievo di sangue per l’esecuzione della prestazione “Screening regionale HCV sangue” (accessi al Pronto Soccorso, ricovero ospedaliero in regime ordinario e day hospital)”. Non solo: la Regione prescrive che “la proposta di adesione allo screening dovrà avvenire anche in occasione della prenotazione e dell’effettuazione di esami del sangue già prescritti per altre motivazioni agli sportelli di accettazione amministrativa e ai punti di prelievo identificati dalle Aziende sanitarie”.
TEST E CURE
Lo screening avverrà con prelievo di sangue e mediante test salivare a risposta rapida. Ogni cittadino sottopostosi ai test riceverà l’esito sia consultando il proprio
fascicolo sanitario elettronico sulla piattaforma Sesamo che con le altre modalità previste per il ritiro dei referti. Ma cosa succede che i test rivelano la positività? La Regione ha previsto che il cittadino venga contattato dalla segreteria del Centro specialistico aziendale o dal personale sanitario della struttura di riferimento individuata dall’Azienda sanitaria. “In tale occasione – spiega la Regione – verrà fissata la data della visita per la presa in carico del soggetto”. Tale visita “sarà eseguita entro 30 giorni dalla positività riscontrata e preferibilmente entro 10 giorni nei soggetti detenuti negli istituti penitenziari”. Sempre in tempi ristretti e comunque entro 30 giorni dall’accertamento della positività, le persone interessate saranno sottoposte a una serie di esami di approfondimento “utili per l’avvio dell’eventuale percorso terapeutico”: si tratta dell’ecografia dell’addome e degli esami fibroscan, creatinemia ed eventuali altri esami del sangue. Il Servizio sanitario regionale eseguirà la prima visita ed eventuali, ulteriori accertamenti considerati necessari senza richiedere la prescrizione sul ricettario e senza versare alcun ticket. In tale occasione sarà possibile chiedere l’esenzione dai ticket per le cure necessarie in relazione all’epatite C. Le persone positive dovranno, inoltre, considerare la possibilità di rilasciare il proprio consenso affinché la Sanità pubblica contatti i loro familiari o comunque persone conviventi allo scopo di individuare eventuali contagi e agire di conseguenza.
INFORMAZIONE
Sono previste campagne e iniziative varie d’informazione alla cittadinanza sull’importanza dello screening e della diagnosi precoce dell’epatite C, insistendo sulla circostanza che una terapia precoce possa condurre, grazie ai farmaci di ultima generazione, alla completa guarigione della persona colpite, impedendo al tempo stesso l’insorgenza di ulteriori casi. portare alla guarigione ed evitare l’insorgere di nuovi casi. Saranno coinvolti anche i medici di famiglia e, per le carceri, i medici curanti in tali istituti al fine di assicurare a tutti gli interessati ogni informazione sull’epatite C, sui test e sulle cure.
Fonte: ilgazzettino.it